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La crioterapia per le gambe gonfie

Le gambe gonfie non sono solo un problema estetico. È il segnale che qualcosa, nella circolazione sanguigna, non funziona come dovrebbe: l’accumulo di liquidi che provoca il gonfiore è causato da una cattiva circolazione del sangue venoso che fatica a risalire dalla periferia (le caviglie) verso il centro (il cuore).

In pratica se il sangue non scorre bene ma ristagna nelle vene, la pressione all’interno delle pareti venose aumenta e i vasi si dilatano, tanto da far allontanare i lembi delle valvole che, non riuscendo più a chiudersi, impediscono al sangue di risalire verso il cuore. Trovando un ostacolo lungo il suo percorso di risalita, il sangue finisce per accumularsi nella parte bassa delle gambe.

I sintomi delle gambe gonfie

I primi segnali delle gambe gonfie sono indolenzimento e pesantezza serali, senso di tensione, piedi che stentano a entrare nelle scarpe, fastidio e formicolio a livello di polpacci e caviglie. L’edema e la ritenzione idrica possono provocare vene varicose, crampi ai polpacci, dolori articolari. A lungo andare queste condizioni, riducendo il nutrimento e l’ossigenazione dei tessuti, seccano la pelle e la rendono meno elastica, più soggetta ad arrossamenti e prurito.

Le cause delle gambe gonfie

Spesso le gambe gonfie sono un disturbo lieve e occasionale, subordinato a condizioni transitorie e fisiologiche, come la gravidanza o la fase premestruale, o è il segno di uno stato di affaticamento delle gambe, quando si sta in piedi a lungo o si è costretti a mantenere una posizione forzata, per esempio nei viaggi lunghi in treno o aereo. In questi casi il problema scompare spontaneamente non appena la causa scatenante viene meno: ciò indica un buon funzionamento dei vasi sanguigni che, dopo un momento di défaillance, riprendono tono ed elasticità.

Il gonfiore alle gambe è un disturbo tipicamente estivo, perché le alte temperature dilatano i vasi venosi e rallentano la circolazione del sangue, ma può accadere anche durante i mesi freddi, se si soggiorna a lungo vicino a fonti di calore o in presenza di bruschi sbalzi di temperatura.

Il freddo come rimedio anti-gonfiore

Il freddo è un vasocostrittore: ha un immediato effetto antinfiammatorio e antigonfiore, stimola la circolazione del sangue, tonifica la pelle e rinfresca. Perciò viene spesso consigliato, per trovare un pronto sollievo dai fastidi delle gambe gonfie, un massaggio tonificante utilizzando del ghiaccio, una spugna imbevuta d’acqua fredda o il getto della cornetta della doccia. Questi stratagemmi però presentano dei limiti: sono scomodi da usare e non durano che pochi secondi, con effetto molto limitato nel tempo. Utilizzare un dispositivo prêt-à-porter come Le Cube, piccolo ed ergonomico, sempre pronto all’uso e dall’azione durevole (mantiene la temperatura fino a 40 minuti), è una soluzione più pratica, anche da portare in viaggio: basta avere con sé una borsa termica.

Come usare il freddo per la gambe gonfie

  1. Togliere il ghiaccio o il dispositivo ghiacciato dal congelatore.
  2. Mettersi in posizione sdraiata, per favorire il drenaggio linfatico, con le gambe completamente stese e il bacino leggermente sollevato, in modo da non formare angoli a livello delle ginocchia e tra il busto e le gambe, a livello dell’inguine. Tutte le pieghe e gli angoli che il sangue incontra infatti fanno da ostacolo al suo percorso di risalita e creano un blocco che gli impedisce di fluire verso il cuore. L’ideale è posizionare un cuscino di circa 10 centimetri di spessore sotto il bacino, per facilitare il ritorno del sangue venoso, oppure sdraiarsi sul pavimento alzando le gambe contro il muro e facendo una sorta di verticale.
  3. Passare il ghiaccio sulle gambe, risalendo lentamente dalle caviglie verso l’inguine, prima sul lato esterno delle gambe, poi su quello interno. Ripetere l’azione per circa 10 minuti, massaggiando delicatamente le gambe con movimenti circolari leggeri, senza frizionare né strofinare. Non esercitare pressioni.
  4. Applicare una crema o un gel a base di attivi di origine vegetale come flavonoidi, (escina, centasina, oxerutina), antocianosidi, fosfatidilcolina, betulla, vite rossa o pungitopo. Si applicano partendo dalle dita dei piedi e risalendo verso l’alto fino alla pancia, insistendo in alcune zone che stimolano la circolazione linfatica (la quale, a sua volta, influisce su quella venosa), come le caviglie, il retro delle ginocchia e l’interno coscia, ed eseguendo sempre movimenti circolari dal basso verso l’alto.
  5. Alzarsi lentamente (per non avere capogiri) e camminare a piedi nudi per qualche minuto: questo facilita la ripresa della funzione di pompa del sangue verso il cuore.
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