I fili di biostimolazione: dopo l'impianto ci vuole il freddo
È una tecnica che viene dalla Corea e utilizzata in medicina estetica, da sola o in abbinamento ad altre procedure. I fili di biorivitalizzazione vengono impiantati sotto cute grazie a una procedura rapida e servono a contrastare il rilassamento cutaneo e a migliorare la qualità dei tessuti.
I fili di biostimolazione: come funzionano
In cosa consiste questo metodo? Si utilizzano fili molto sottili, più o meno come un capello, di varie lunghezze (3,4,5,6,9 centimetri) in polidiossanone (PDO), inseriti grazie a degli aghi speciali che li fanno scivolare nel derma. La tecnica è praticamente indolore; durante il trattamento il medico utilizza del ghiaccio per rendere l'operazione meno fastidiosa e può usare una pomata anestetica per i punti più sensibili.
La funzione dei fili è quella dare sostegno e di fornire una sorta di impalcatura alla pelle: non a caso spesso vengono applicati formando una sorta di reticolato su cui si appoggia la cute. Inoltre il loro impianto favorisce la produzione di nuovo collagene, per effetto del micro-trauma che si crea e quindi dello stimolo della cute ad auto ripararsi. Il miglioramento dei contorni del viso si nota subito, ma il risultato definitivo, dovuto alla produzione del collagene, compare dopo circa 3 settimane dall’impianto e perdura per 6-8 mesi.
Dove e quando applicarli
In generale i fili vengono impiantati in tutte le zone che tendono a “scendere”: guance, parte inferiore del viso, sottomento, collo. Ma si possono utilizzare anche per distendere la pelle dove appare più segnata, per esempio sulla fronte o sul contorno occhi. Non solo: i fili sono indicati anche per sostenere altre parti del corpo, più estese: interno braccia e cosce, area intorno all'ombelico, décolleté, glutei. Il numero di fili utilizzati è variabile. Per un intervento di “manutenzione” possono bastare una decina, per un trattamento più esteso e completo si arriva fino a 50.
I fili bistimolanti non possono sostituire un lifting vero e proprio, ma si possono utilizzare sempre, perché donano maggior freschezza alla pelle a qualunque età. Sono versatili, si possono inserire anche tre o più volte all'anno in base alle proprie esigenze. E non danno complicazioni. Sono un vero trattamento multitasking.
I fili di trazione: il lifting non chirurgico
Ci sono poi i fili di sospensione o trazione. Sono in acido polilattico, un materiale riassorbibile, e sono dotati di piccoli coni distanziati tra loro che servono ad ancorare e a tirare i tessuti. Sul viso si inseriscono in genere due, tre fili per lato che consentono di ridisegnare il contorno della mandibola, di tonificare le guance, di risollevare in maniera efficace le sopracciglia. Il procedimento è più invasivo rispetto ai fili rivitalizzanti: dopo aver praticato un'anestesia locale in vari punti del volto, il medico crea dei fori di entrata nei quali fa poi penetrare un lungo ago che contiene al suo interno il filo, che misura 16 centimetri. L'ago viene poi spinto sotto la cute per il tratto necessario e fatto fuoriuscire. In questo modo il filo si posiziona ed esercita la sua funzione liftante. Dopo il trattamento, si possono formare ecchimosi, gonfiori e qualche asimmetria; in genere l'aspetto ritorna “normale” nel giro di una settimana. Il risultato dura a lungo, almeno un anno.
Perché serve il freddo post trattamento
L'impianto dei fili di biostimolazione non è invasivo e al massimo può provocare leggere ecchimosi. A scopo preventivo, passare sulla cute un dispositivo ghiacciato subito dopo il trattamento è una buona strategia. Decisamente più strong la procedura con i fili di sospensione, in quanto il medico deve esercitare una certa trazione dei tessuti per sollevarli. Per disinfiammare la zona è consigliabile applicare il freddo a lungo, per placare l'infiammazione. L'uso della crioterapia aiuta anche a ridurre il gonfiore che si forma, ottimizzando così il risultato finale.