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Filler: subito dopo ci vuole il freddo

Per distendere le rughe e per ridisegnare i volumi del viso. I filler sono un trattamento sempre più richiesto, tanto più che oggi la tendenza non è più quella di “gonfiare” il viso, ma rigenerare la pelle, distenderla, donarle più turgore e luminosità. L'effetto deve essere armonioso, mai eccessivo.

Le sostanze che si usano per i filler

Il re dei filler è l'acido ialuronico. Grazie alla sua straordinaria capacità di assorbire e trattenere l'acqua, rende la pelle subito più distesa e compatta. La ricerca continua e le nuove tecnologie ne hanno migliorato le prestazioni, rendendolo più duraturo e modificandone le caratteristiche in base alla zona del viso da trattare. Esistono però altre sostanze che il medico può decidere di impiegare, anche se più raramente. Tra queste l'acido polilattico, che agisce come stimolante dermico nella produzione di nuove fibre elastiche. Si usa in genere per le rughe sottili delle guance. Ci sono poi policaprolattone e idrossiapatite di calcio, indicati soprattutto per rimodellare i contorni del viso, ma che si possono utilizzare anche per i solchi più profondi come le rughe nasogeniene e quelle del mento.

Dove si inietta il filler

Il filler si utilizza nelle zone segnate da rughe profonde, come i solchi tra il naso e la bocca, e quelle increspate da segni sottili, per esempio intorno alle labbra. Il tipo di filler usato ovviamente è diverso: più viscoso nel primo caso, più fluido nel secondo. Le “punturine” vengono utilizzate anche per dare più volume, per esempio sugli zigomi, e per riempire alcune zone che con il passare del tempo tendono a scavarsi, come le tempie e il solco lacrimale. Inoltre, grazie al filler, il naso può assumere un profilo più regolare, perché si minimizzano asimmetrie e piccole gobbe. Iniettato alla base, ne solleva la punta, che con l'età tende a cadere. Infine ha un effetto rigenerante per tutta la pelle del viso, perché stimola la produzione di collagene.

I dubbi più comuni

“Ho paura che il risultato sia innaturale”. È questo uno dei timori più diffusi prima di sottoporsi a un filler. Ma le tendenza oggi è quella di prendersi cura del viso in maniera globale. Non si ricercano più volumi esagerati, non ci si accanisce contro ogni segno del tempo. Alcune rughe rendono espressivo un volto, altre lo fanno apparire più stanco, invecchiato o imbronciato. Si preferisce correggere queste e curare la qualità della pelle in generale, anche attraverso altre tecniche, come il peeling. L'ideale è intervenire con protocolli personalizzati, prevedendo trattamenti ogni 2-4 mesi. Piccoli ritocchi, che assicurano un effetto naturale.

“Sentirò dolore?” è un altro dei timori di chi non ha mai fatto prima un filler. La risposta è no, al massimo un po' di fastidio. Se la zona è particolarmente sensibile, come quella delle labbra, si utilizza prima del trattamento una pomata anestetica, o si effettua un'iniezione per desensibilizzare la parte. Alcuni filler poi contengono al loro interno lidocaina, una sostanza anestetica che rende ancora più confortevole il trattamento.

Cosa può accadere dopo un filler

Dopo il trattamento si possono riprendere subito le normali attività. La zona può apparire lievemente arrossata ma nel giro di qualche minuto la situazione si normalizza. In alcuni casi si possono formare dei piccoli lividi oppure un ematoma, dovuto alla rottura di un capillare. L'applicazione di ghiaccio o di dispositivi che mantengono fredda la parte subito dopo il trattamento aiuta a ridurre il rischio di questi inconvenienti.

Ecco alcuni dei principali vantaggi di utilizzare la micro-crioterapia dopo un trattamento con filler:

1. Riduzione del gonfiore e dell'arrossamento: L'applicazione del freddo, grazie alla vascostrizione che determina, restringe i vasi sanguigni, limitando la fuoriuscita di liquidi nella zona trattata. Questo riduce notevolmente il gonfiore e contribuisce ad ottenere un aspetto più naturale immediatamente dopo il trattamento.

2. Riduzione del dolore e del disagio: Il freddo intenso agisce come un anestetico naturale, riducendo la sensazione di dolore o disagio nella zona trattata.

3. Minimizzazione del rischio di ecchimosi: Dopo un trattamento con filler, è possibile sviluppare piccoli lividi nella zona trattata. L'applicazione del ghiaccio può contribuire a ridurre la probabilità di ecchimosi, in quanto riduce il flusso sanguigno nella zona, prevenendo la fuoriuscita e la diffusione del sangue dai vasi sanguigni danneggiati.

4. Riduzione di eventuali ematomi. È un'eventualità abbastanza rara, ma talvolta a seguito di un filler si può andare incontro a un ematoma. Succede quando l'ago rompe un vaso sanguigno abbastanza grosso. Nella zona si forma una tumefazione, si avverte indolenzimento e si sviluppa un livido scuro. L'applicazione immediata e prolungata di freddo è fondamentale per ridurre l'estensione dell'ematoma.

La crioterapia locale va mantenuta per almeno mezz'ora, con intervalli di 30 secondi. Una buona idea è anche quella di massaggiare delicatamente la parte per permettere all'acido ialuronico di distribuirsi in modo più omogeneo.